NFL 2017 season review: un voto ad ogni team AFC

AFC NORTH

Articolo a cura di PlayitUSA

Baltimore Ravens (9-7)

Cosa è andato bene: la rinascita offensiva della seconda metà di stagione ha messo Baltimore in posizione di controllare il proprio destino per accedere ai playoff, ma come già sapete è andata male. Il differenziale give/take di +17 è il migliore della lega e solitamente è una buona garanzia d’accesso ai playoff, solitamente; hanno concesso il secondo peggior passer rating ai quarterback avversari -72.4-, anche se occorre tenere presente che questo dato è viziato da un calendario piuttosto facile che li ha visti giocare contro Trubisky, due volte Kizer, Brissett, Savage, Hundley e Manuel. Alex Collins sembra poter essere un runningback in grado di gestire tranquillamente il ruolo di bell-cow, e nonostante tutti gli infortuni -fra cui quello pesantissimo di Yanda- la linea d’attacco ha tenuto in modo più che dignitoso.

Con le sue 973 rushing yards Alex Collins è stato sicuramente una delle rivelazioni di questa stagione.

Cosa è andato male: si può tranquillamente affermare che un infortunio di Jimmy Smith ha compromesso pure quest’anno la stagione di Baltimore, basti pensare alla sconfitta contro gli Steelers o quella di qualche giorno fa contro Cincinnati. Sempre contro Cincinnati sono emersi tutti i limiti dell’attacco di Baltimore, che nonostante un Flacco nuovamente rispettabile dopo il bye week non avrebbe certamente potuto pretendere di fare strada in postseason: i drop dei vari Moore, Wallace e Campanaro sono di fatto costati i playoff e la stagione ai Ravens, che a questo punto con spazio salariale minimo dovranno rimpolpare massicciamente l’attacco attraverso il draft.
Il 34.1% di successo nei terzi down può essere visto come la summa dello stato dell’attacco dei Ravens, in grado sì di mettere punti a tabellone, ma non sempre nel momento in cui contava davvero.

Valutazione: 6,5. Dare l’insufficienza ad un team distante una giocata -letteralmente- dai playoff sarebbe alquanto ingeneroso, ciò che quest’anno è mancato a Baltimore è senza dubbio la continuità, in quanto nei momenti in cui la difesa era dominante era l’attacco a tentennare, mentre una volta che Flacco ha preso ritmo, complici gli infortuni, il livello delle giocate del reparto difensivo è calato drasticamente.

Cincinnati Bengals (7-9)

Cosa è andato bene: a parte la soddisfazione finale di lasciare Baltimore fuori dai playoff viene veramente difficile cercare qualcosa di positivo nella stagione 2017 dei Bengals, poiché se si arriva al punto in cui è Lewis a dimettersi… Trovare qualcosa di buono in ciò che ha combinato l’attacco è pressoché impossibile, perciò spostiamoci in difesa, dove il cornerback William Jackson ha guidato una secondaria che ha concesso solamente 211 yards aeree a partita -ottavo miglior dato nella lega-, mentre il front seven ha ritrovato un eccellente Atkins a cui hanno dato man forte il solito affidabile Dunlap ed il rookie Lawson, capace di concludere la propria stagione d’esordio con 8.5 sacks.

Evidentemente nel 2017 un 7-9 val bene un rinnovo di due anni.

Cosa è andato male: definire vergognoso quanto prodotto dall’attacco dei Bengals sarebbe un eufemismo, poiché hanno schierato il 27esimo “miglior” passing attack della lega ed il penultimo rushing attack. Oltre ad aver guadagnato solamente 3.6 yards a portata, i Bengals hanno trovato i sei punti correndo solamente in sei occasioni, e la loro portata più lunga è stata di 25 yards; i 18.1 punti messi a segno a partita li piazzano al 26esimo posto nella graduatoria di lega, e sottolineano ancora una volta le difficoltà di un reparto che dalla partenza di Hue Jackson come OC non ha più saputo produrre. Nonostante i molti sacks del trio citato nel paragrafo precedente, il front seven si è rivelato essere molto generoso sulle corse, concedendo quasi 128 yards a partita, valide per il 30esimo posto nella classifica generale.

Valutazione: 4,5. Un 7-9 non è sicuramente un 4-12, ma la stagione dei Bengals è stata alquanto inutile: evidentemente nemmeno ciò è servito per scrivere la parola fine al capitolo Lewis.

Cleveland Browns (0-16)

Cosa è andato bene: Myles Garrett ha mostrato potenziale, la run defense è sensibilmente migliorata ma… zero vittorie.

Abbastanza simbolica quest’immagine di Deshone Kizer.

Cosa è andato male:risponderei con “tutto”, ma dal momento in cui ho scelto di scrivere questo articolo, devo provare a spiegare il disastro Browns. L’esperimento Kizer sembra già essere fallito, in quanto i sei intercetti lanciati in red zone sono costati preziosissimi punti ad un attacco che non può permettersi di non ottimizzare ogni viaggio in quella zona del campo. Contro Cleveland i quarterback hanno avuto la vita abbastanza facile quest’anno: il passer rating medio concesso ai QB avversari è infatti il più alto della lega, ovvero 102.2, ed i loro 13 turnover causati li posizionano pure in questo caso all’ultimo posto. La gestione di Kizer, soprattutto a stagione ancora giovane, è stata alquanto patetica, e i continui cambi non hanno portato a nessun -ma neanche il minimo- miglioramento: forse questa è la stagione che ha dimostrato che continuare ad accumulare scelte al draft per garantirsi giocatori che nemmeno si è in grado di usare efficacemente -Jabril Peppers uno su tutti- non è la miglior strategia per vincere partite nella National Football League.

Valutazione: 0. Negli ultimi due anni hanno vinto una sola partita: che altro voto potrei mettere?

Pittsburgh Steelers (13-3)

Cosa è andato bene: l’attacco di Pittsburgh è stato il terzo più prolifico della lega con ben 6047 yards totali, il secondo più efficace nel convertire terzi down con un ottimo 44% di successo, ed il trio Bell-Brown-Roethlisberger continua ad essere uno dei più produttivi di tutta la lega. Nonostante noi tutti abbiamo passato mesi ad incensare il pass rush di Jacksonville, la squadra che ha messo a segno più sacks nella lega è proprio questa: i loro 56 sacks superano di uno quelli dei Jaguars, grazie soprattutto ai vari Williams, Heyward, Dupree e T.J. Watt. Con un po’ più di fortuna e qualche fake-spike in meno, probabilmente avrebbero il miglior record della lega ed il fattore campo per tutta la durata dei playoff.

Un momento che i tifosi di Pittsburgh difficilmente dimenticheranno.

Cosa è andato male: questa critiche sapranno molto da “cercare il pelo nell’uovo”, ma in qualche modo devo pur riempire questo spazio. Le 4.0 yards a portata di Le’Veon Bell sono il peggior dato fatto registrare dopo l’annata rookie in cui si fermò a 3.9: forse le difese stanno riuscendo a trovare una contromisura al suo stile di corsa iper paziente. L’addio di Harrison ha lasciato pesanti strascichi nello spogliatoio, e di fatto mette in mano ad una delle più brillanti menti di football della storia, Bill Belichick, un vantaggio non da poco. Ai playoff sono i dettagli a fare la differenza, e non può certo incoraggiare il fatto che le 1041 yards concesse agli avversari tramite penalità siano il quartultimo dato nella lega.

Valutazione: 9. Gli antagonisti all’egemonia dei Patriots sono loro ed esclusivamente loro, perciò dovranno sperare che in queste settimane che li separano dal divisional round Antonio Brown riesca a recuperare pienamente dall’infortunio sofferto proprio contro New England. Questa squadra è ovvio materiale da Super Bowl, bisogna vedere se saranno in grado di eseguire al momento della verità.

AFC EAST

Buffalo Bills (9-7)

Cosa è andato bene: la maledizione è finita, i Bills sono nuovamente ai playoff!
Il running game continua ad essere il punto di forza di questa compagine, che trascinata da McCoy è riuscita, guadagnando a 126.1 yards a partita, a posizionarsi al sesto posto per rushing yards totali.
L’affidabilità di Tyrod Taylor ha permesso a Buffalo di posizionarsi al sesto posto nella graduatoria give/take, con un differenziale di +9: provate ad immaginare come sarebbe la situazione se non avessero buttato in pasto agli alligatori -aka Chargers- il povero Peterman. Il loro 41.9% di successo sui terzi down li posiziona al sesto posto pure in questa graduatoria, posizione in cui li ritroviamo se spostiamo la nostra attenzione sul passer rating concesso ai quarterback avversari, 78,9.

Il momento più basso della stagione dei Bills.

Cosa è andato male: la rushing defense si è rivelata essere estremamente generosa in questa stagione, complici le numerose dipartite in offseason e quella di Dareus a stagione in corso, concedendo ben 124.6 yards a partita, dato che vale loro il quartultimo posto. Pure quest’anno il passing game dei Bills è stato fra i meno prolifici della lega, in quanto solo Chicago ha guadagnato meno yards via lancio; il pass rush, punto di forza durante l’era Ryan, ha notevolmente calato il proprio livello di prestazioni posizionandosi in 29esima posizione con soli 27 sacks registrati.
La gestione di Taylor ha fatto chiaramente intendere che per il front office non è lui l’uomo su cui costruire per il futuro: dopo tutto che meriti può avere un quarterback che ti riporta ai playoff dopo quasi vent’anni?

Valutazione: 7,5. C’era chi, dopo le numerose trade in preseason, li accostava allo 0-16: sono tornati ai playoff in modo decisamente epico, anche se il futuro prossimo sembra essere incerto.

Miami Dolphins (6-10)

Cosa è andato bene: la rivelazione Kenyan Drake ha sopperito alla partenza di Ajayi dimostrando di essere in grado di giocare tutti e tre i down. La stagione era partita con aspettative ben diverse, perciò prima di passare al paragrafo seguente vorrei far presente che Cameron Wake, a quasi 36 anni, è stato in grado di mettere a segno la quinta stagione da 10+ sacks della sua carriera: i suoi 10.5 sacks ci hanno ricordato dell’esistenza di uno dei giocatori più sottovalutati dell’intera lega nonché dell’ultimo decennio.

Cutler usa la sua nota mimica facciale per descrivere il suo ritorno in NFL.

Cosa è andato male: le aspettative erano ben altre questa stagione, e l’esperimento Cutler si è rivelato essere un flop epocale. Smoking Jay ha condotto -quando in campo- il peggior attacco sui terzi down della lega, capace di convertire solo il 31.7% dei tentativi, ed il quarterback rating di squadra -va considerato che ha giocato pure Moore- si ferma ad un misero 78.7. Le 86.8 rushing yards guadagnate a partita sono il 29esimo peggior dato della lega, e direi che si può capire il disastro combinato dai Dolphins semplicemente dal fatto che in questo paragrafo abbia messo qualsiasi aspetto legato all’attacco senza nemmeno sfiorare il tema difesa, reparto che per darvi un’idea si classifica al 26esimo posto per sacks fatti.

Valutazione: 4. Anno completamente buttato, con Tannehill teoricamente dovrebbe andare meglio, ma attenzione che ciò non è per niente garantito, anzi.

New England Patriots (13-3)

Cosa è andato bene: i numeri della difesa possono sembrare piuttosto bassi, ma occorre tenere presente che sono sfalsati da una prima metà di stagione alquanto disastrosa. Nella review di metà stagione erano una delle poche squadre che concedeva al quarterback avversario un passer rating superiore al 100, dato abbondantemente migliorato visto che si trovano al 17esimo posto con un rating di 89.2. L’attacco come al solito è in grado di macinare yards -nessuno ne guadagna più delle 394.2 a partita dei Patriots- ed attenzione che nelle ultime settimane Dion Lewis sembra aver preso il controllo del backfield mettendo così a disposizione di Brady l’ennesimo passing back in grado di correre con estrema efficacia.

Nonostante qualche alto e basso di troppo, Stephon Gilmore è il 17esimo miglior cornerback nel ranking di PFF.

Cosa è andato male: solo i Chargers concedono più yards a portata dei Patriots -4.9 a 4.7-, e con le temperature di gennaio potrebbe essere un problema non riuscire a fermare il running game avversario. Quando parliamo dei Patriots gli standard sono sempre più alti rispetto a quelli che potrei avere con i Jets o Browns, perciò mi sento tranquillo a puntare il dito contro il 39.4% di efficacia sul terzo down degli avversari, 21esimo dato nella lega, e anche contro il fatto che siano fra le 6 squadre che in difesa hanno concesso più di 1000 yards da penalità. Le 18 takeaways accumulate durante l’anno valgono loro il 26esimo posto e ci raccontano di una difesa che è sicuramente migliorata ma fatica ancora a causare turnovers.

Valutazione: 9+. La AFC è anche quest’anno proprietà dei Patriots, e deve far riflettere il fatto che ciò valga ancora nel 2018, anno in cui Brady va per le 41 primavere. Il miglioramento difensivo ci testimonia ancora una volta l’ottimo lavoro di uno dei coaching staff più qualificati di sempre: non è un caso che a fare la corte a McDaniels e Patricia per un ruolo di capo-allenatore ci siano una decina scarsa di team.

New York Jets (5-11)

Cosa è andato bene: l’infortunio di McCown potrebbe farci dimenticare quanto bene abbia giocato quando in campo, dato che con lui i Jets, pur non essendo certamente una squadra da playoff, se la sono giocata spesso alla pari contro chiunque. Vincere cinque partite con un roster del genere non era per niente scontato -molti li associavano allo 0-16 di proprietà Marrone- e probabilmente la scoperta Robby Anderson potrà avere una carriera prolifica. Considerando le aspettative delle preseason, è lecito affermare che quanto mostrato dai Jets quest’anno non può che lasciare ottimisti per il futuro, anche se il quarterback di domani non è purtroppo già sotto contratto.

Il duo Anderson-McCown ha regalato grosse soddisfazioni anche ai fantasy owners di tutto il mondo.

Cosa è andato male: in questo paragrafo non mi metterò sicuramente a sciorinare gli aspetti statistici, in quanto è facilmente immaginabile che i Jets siano nella metà bassa di ogni graduatoria importante, ma mi concentrerò di più sul “progetto Jets”. Dopo averlo preso al secondo round del draft del 2016, Christian Hackenberg non ha ancora giocato uno snap in regular season: ciò la dice lunga su quanto questo prospetto sia pronto per la NFL.
Purtroppo nel football di oggi pensare di arrivare ai playoff -e poter competere- senza un quarterback è totalmente impossibile, perciò il futuro dei Jets si deciderà in questo draft veramente ricco di QB: aver vinto cinque partite è costato loro una scelta più alta, ma forse è troppo presto per parlare di tutto ciò.

Valutazione: 6,5. Dare 6,5 ad una squadra che ha vinto solo cinque partite potrebbe essere visto da molti come un errore, ma occorre tenere presente il contesto e le aspettative alla vigilia della stagione.

AFC WEST

Denver Broncos (5-11)

Cosa è andato bene: i Broncos rimangono uno dei matchup più proibitivi per i quarterback avversari, e ciò è testimoniato dalle 201 yards aeree concesse a partita. Von Miller rimane uno dei giocatori più devastanti della lega, e nonostante un’annata negativa della squadra con il suo 95.0 si è guadagnato il secondo voto più alto di PFF per un edge defender. Il 31.6% di terzi down convertiti dagli avversari rappresenta il secondo miglior dato nella lega, e ciò ci ribadisce come i 23.9 punti concessi a partita siano conseguenza dell’inettitudine offensiva che ha costretto spesso il reparto difensivo a fronteggiare gli attacchi avversari in posizioni di campo pessime.

Esistono oggetti misteriosi più misteriosi di Paxton Lynch?

Cosa è andato male: sorpresi dal fatto che nel paragrafo precedente non si sia fatto riferimento al reparto offensivo? No, vero? I 18.1 punti segnati a partita sono il 27esimo dato nella lega, ed eccoci arrivare alla spinosa questione quarterback: è chiaro che Siemian ed Osweiler non rappresentino una soluzione accettabile al problema, ed il continuo rifiuto di far giocare Lynch sembra metterci davanti ad un classico caso di “draft bust”, perciò come agiranno in free agency o ad aprile nel draft?
L’inettitudine dei quarterback sta condannando Thomas e Sanders a spendere i migliori anni della propria carriera in una squadra incapace di usarli a dovere, e nonostante gli investimenti dell’ultima offseason la linea d’attacco non è ancora in grado di garantire una protezione adeguata al quarterback di turno: i 52 sacks concessi sono il terzo peggior dato nella lega nonché affidabile termometro dello stato di questo attacco.

Valutazione: 4. Annata completamente buttata, Talib ed Harris stanno invecchiando e non si vedono soluzioni al problema QB. Elway è uno dei migliori GM della lega, ma la sua testardaggine potrebbe costringere Denver a lunghi anni di mediocrità.

Kansas City Chiefs (10-6)

Cosa è andato bene: nel caso non lo sapeste, Kareem Hunt è proprio un gran bel giocatore. Ciò è stato di fatto ignorato durante la “crisi di metà stagione”, quando allo scarso uso del rookie è coincisa una serie di sconfitte consecutive molto Marrone. Le 257 yards aeree a partita valgono loro un comodo posto nella top ten, e quest’anno ci ha insegnato che Tyreek Hill può assolutamente essere il faro su cui incentrare il passing game. Le 4.7 yards a portata accumulate dal running game sono il miglior dato della lega, e ci ribadiscono la bontà dell’anno di Hunt: con Nagy a chiamare le giocate i Chiefs sono rinati, vedremo se ciò permetterà loro di far strada nella postseason.

Ecco a voi il rushing leader della stagione 2017: Kareem Hunt.

Cosa è andato male: l’infortunio di Berry ha indebolito immediatamente una difesa già sospetta, in cui spicca ancora -per necessità più che virtù- Derrick Johnson, linebacker oramai troppo avanti con gli anni. Gli avversari trovano successo contro di loro nella conversione dei terzi down -40.1%, 23esimo dato-, nel gioco aereo in generale -247 yards concesse a partita, quartultimo dato- e pure nel gioco di corse, in quanto stiamo parlando della 25esima difesa in questa categoria. Il successo dell’attacco è riuscito parzialmente a mascherare l’inefficienza difensiva, ma ai playoff per vincere occorre essere impeccabili in tutte e tre le fasi di gioco: salvo grandi prestazioni di Hill, Hunt, Kelce ed ovviamente Smith, viene difficile immaginarli al Championship Game.

Valutazione: 7,5. Stagione altalenante quella dei Chiefs ma comunque positiva in quanto è arrivato il secondo titolo divisionale consecutivo sulle ali delle strisce di vittorie di inizio e fine stagione. Le chiacchiere che vedevano Smith come papabile candidato MVP sono scemate con il procedere della regular season, ma l’annata del veterano è stata una delle sorprese della NFL.

Los Angeles Chargers (9-7)

Cosa è andato bene: nessuno muove il pallone per via aerea meglio dei Chargers -277 yards a partita, miglior dato nella lega- e la fenomenale annata di Keenan Allen ci ha ribadito che con un po’ di fortuna e salute il numero 13 è uno dei migliori ricevitori del campionato. La linea d’attacco è riuscita ad aprire varchi per il running game, ma soprattutto a proteggere Rivers: i 18 sacks concessi sono il numero più basso di tutta la lega e preservare la salute di un quarterback più vicino ai 40 che ai 30 è sempre e comunque una buona cosa. Pur non facendo registrare un numero impressionante di yards a portata, Melvin Gordon si è confermato come uno dei migliori interpreti del suo ruolo; la combo Ingram-Bosa è una delle più temute della lega, ed i loro 23 sacks totali non possono che lasciare ottimisti i tifosi, soprattutto perché stiamo parlando di una delle squadre con il miglior reparto cornerback di tutta la NFL: Hayward, Williams e King sono rispettivamente primo, decimo e tredicesimo nel ranking posizionale di PFF.

Più di 100 ricezioni e quasi 1400 yards: che annata per Keenan Allen.

Cosa è andato male: puntare il dito contro la sfortuna per il mancato accesso ai playoff può essere visto come una soluzione intellettualmente pigra, ma se pensiamo all’inizio di stagione, dove hanno perso tre partite su quattro con scarti minori/uguali ai tre punti, ciò inizia ad avere decisamente più senso. Nonostante i prodigi Ingram e Bosa, la rushing defense di Los Angeles è la seconda peggiore per yards concesse a partita della lega -131.1- e la peggiore in assoluto per yards a portata con 4.9. Se qualcuno mettesse in dubbio l’importanza del kicker, confutate questa insensata teoria mettendogli davanti la schedule dei Chargers: con un kicker affidabile probabilmente avrebbero vinto almeno 11 partite, conquistato la division e centrato l’accesso ai playoff.

Valutazione: 7. Non me la sento assolutamente di dare l’insufficienza ad una squadra costretta a giocare 16 partite in trasferta -la partecipazione dei tifosi in questo anno zero a L.A. è stata ridicola-, e non me ne vogliate ma in questo caso ritorna il discorso “sfortuna”: sì, i Chargers sono veramente sfortunati.

Oakland Raiders (6-10)

Cosa è andato bene: trovare qualcosa di positivo nella stagione dei Raiders potrebbe rivelarsi troppo difficile anche per una persona -che ama definirsi- fantasiosa come me, ma proviamoci. Khalil Mack ha confermato di essere un vero e proprio prodigio mettendo insieme la terza stagione da 10+ sacks negli ultimi tre anni, ed il suo 92.1 gli vale il quinto posto nella graduatoria degli edge defender di PFF. La linea d’attacco ha saputo proteggere a dovere Derek Carr in quanto solo i Chargers ed i Saints hanno concesso meno sacks dei 24 subiti da Carr e Manuel: sempre l’O-line ha saputo far guadagnare a Lynch e compagni 4.2 yards a portata, ma purtroppo il problema di Beast Mode è stato il suo impiego, ma per ciò c’è il paragrafo sottostante.

Annata un po’ così quella di Derek Carr.

Cosa è andato male: della regressione di Carr si è parlato in lungo e in largo, perciò mi limito a dire che le aspettative intorno al franchise quarterback di Oakland erano ben diverse ad inizio stagione; l’impiego di Lynch è stato enigmatico a dir poco, in quanto nelle ultime partite, godendo di un maggior numero di portate, ha mostrato la brillantezza ed efficacia dei tempi di Seattle. La passing defense è pure quest’anno nella parte bassa della classifica -26esima con 241 yards concesse a partita- ed è l’unica assieme a quelle di Cleveland e Green Bay ad aver concesso al QB avversario un passer rating superiore al 100. Nonostante il prodigio Mack, Oakland è riuscita a mettere a segno solamente 31 sacks -24esimi con KC-; il differenziale give/take di -14 è ovviamente fra i peggiori della lega, mentre il numero di intercetti, cinque, è il più basso in assoluto: servono assolutamente playmaker alla difesa dei Raiders.

Valutazione3. In molti ci aspettavamo che fossero loro gli anti-Patriots, invece purtroppo per loro -e per i tanti tifosi italiani- questa stagione si è velocemente trasformata in un incubo: il licenziamento di Del Rio pare frettoloso a dir poco, ma se riuscissero effettivamente ad assicurarsi Gruden potrebbero ritrovare la retta via.

AFC SOUTH

Houston Texans (4-12)

Cosa è andato bene: è difficile rimanere positivi dopo un 4-12, ma la rapidissima ascesa di Watson non può che confortare i cuori dei tifosi di Houston, che comunque in questi mesi già hanno gioito per le World Series.
Non limitatevi ai 9.5 sacks, numero buono ma non sicuramente eccellente, l’impatto di Jadeveon Clowney va ben oltre i placcaggi al quarterback avversario, in quanto dopo anni di apprendistato l’ex prima scelta sembra finalmente aver trovato la sua dimensione, trasformandosi così in uno degli edge defender più temuti di tutta la lega. Merita una nozione il fenomenale DeAndre Hopkins: è stato in grado di ricevere touchdown su palloni lanciati da Savage, indipendentemente da chi lo stesse marcando. Lo star power per un 2018 ricco di soddisfazioni non manca sicuramente.

Hopkins non ha bisogno di due mani e nemmeno di un quarterback per rendere.

Cosa è andato male: è difficile pensare di vincere senza il proprio -nuovo- quarterback titolare, senza il difensore più forte dell’ultimo decennio e senza mille altri co-protagonisti. Ciò che deve preoccupare è piuttosto la regressione della secondaria che, senza Bouye, è apparsa totalmente irriconoscibile: nessuno concede più yards per tentativo al QB di turno -ben 8.0 yards- e, soprattutto, solo i Giants hanno concesso più touchdown da lancio. Mi rifiuto di concentrarmi sui guai offensivi, in quanto -eccezion fatta per Minnesota- non aspettarsi un calo di prestazioni una volta che il nome del proprio quarterback titolare finisce nella lista IR è purtroppo impossibile.

Valutazione: 5. Cosa potevamo attenderci da una squadra arrivata a metà stagione con un roster probabilmente meno competitivo di qualche squadra della NCAA? Il futuro sorride a Houston, anche se ci sarà da vedere in che stato ritorneranno i vari Watson, Watt e Mercilus.

Indianapolis Colts (4-12)

Cosa è andato bene: ci sono stati record peggiori coniugati con implosioni di spogliatoio, ma forse nessuna squadra esce dal 2017 con le ossa rotte più dei Colts… Browns a parte.
Tornerà Luck? Se sì, come? Quando?
Troppe domande e troppa poca qualità in campo per trovare qualcosa da inserire in questa sezione.

Scene del genere con Luck under center non si dovranno vedere.

Cosa è andato male: stavo parlando di Luck? Sulla pessima gestione dell’infortunio del numero 12 già sono stati spesi fiumi di parole, ma a questo punto qualche dubbio sul fatto che torni in campo sorge.
La difesa si trova sul fondo di ogni graduatoria difensiva importante, quindi oltre alla questione quarterback c’è pure un intero reparto da ristrutturare -ancora- e forse, in caso di un ritorno, ci sarebbe da dare una sistemata pure alla linea d’attacco: Brissett è stato il quarterback che ha subito più sacks di tutta la stagione, 56, e se un numero del genere venisse per caso replicato pure la prossima stagione con Luck under center, probabilmente parleremo del 2018 come l’ultimo anno di questo magnifico, e troppo spesso maltrattato, giocatore.
Gore nonostante gli anni resta un runningback fantastico -assolutamente da Hall of Fame-, ma per rendere un po’ più facile la vita di Luck l’anno prossimo sarebbe necessario guadagnare qualcosa in più di 3.7 yards a portata: l’offseason dei Colts deve essere incentrata solo ed esclusivamente attorno a lui.

Valutazione: 4+. Hanno mostrato cuore nonostante le circostanze sfavorevoli, ma purtroppo in NFL con il solo cuore di strada se ne fa poca: visto che l’emergenza quarterback è iniziata a gennaio, non si poteva pensare prima ad un piano B? Brissett non ha assolutamente sfigurato, ma pensare di vincere una partita con un QB normale ed un pacchetto ricevitori che oltre ad Hilton non ha nulla da offrire è pura e semplice follia.

Jacksonville Jaguars (10-6)

Cosa è andato bene: signori, ecco a voi la miglior difesa sui passaggi di tutta la National Football League. Andando in ordine, Jacksonville è la squadra che ha concesso meno yards aeree a partita -solamente 170-, il passer rating medio più basso -68.5- ed il minor numero di yards per lancio con 6.0, guidati da Ramsey e Bouye che sono rispettivamente il cornerback numero due e cinque nella graduatoria di PFF e si sono rivelati la miglior accoppiata nel ruolo, analogamente a Campbell e Ngakoue che, formando una delle migliori coppie di pass rushers della lega, hanno accumulato ben 26.5 sacks totali. Nonostante i tanti acciacchi di Fournette nessun running game è stato altrettanto prolifico, poiché le loro 141.4 rushing yards guadagnate a partita rappresentano il miglior dato nella lega: come potete vedere questi Jaguars incarnano in pieno la filosofia di gioco ground and pound.

Saprà Blake Bortles ritrovare la forma di qualche settimana fa con i playoff alle porte?

Cosa è andato male: quale Bortles vedremo ai playoff? Quello in grado di lanciare 7 touchdown senza nemmeno un intercetto fra week 13 e week 15 o il quarterback prono agli errori agli errori delle ultime due settimane? Rispondere a queste domande è quasi impossibile in quanto Bortles è uno dei quarterback più enigmatici dell’ultimo lustro, quindi proviamo a concentrarci su dell’altro: per esempio il pacchetto ricevitori. I vari Westbrook, Mickens e Cole sono certamente minacce costanti per la difesa avversaria grazie alla loro predisposizione per le big plays, ma data la scarsa fisicità potrebbero faticare e non poco a crearsi separazione ai playoff, scenario completamente nuovo per loro.

Valutazione: 8+. I massicci investimenti delle ultime offseason hanno finalmente pagato, trasformando Jacksonville in una squadra estremamente fisica in grado di annullare completamente il reparto offensivo avversario: con un Bortles più costante il voto forse sarebbe stato più alto.

Tennessee Titans (9-7)

Cosa è andato bene: in qualche modo hanno centrato l’ingresso ai playoff, ma non ho ricordi di una squadra arrivata ai playoff con meno inerzia di loro. La vera forza di questo team è il front seven, in grado di annullare spesso e volentieri i runningback avversari: solo tre squadre hanno concesso agli avversari meno delle loro 88.8 rushing yards a partita, ed i loro 43 sacks messi a segno sono il quinto miglior dato nella lega.
Solamente i Saints di Ingram e Kamara hanno fatto registrare un numero più alto di rushing TD dei 18 di Tennessee, fatto che ci testimonia in parte l’efficacia del duo Murray-Henry.
Trovate strano che non abbia ancora nominato il quarterback? Aspettate pochi secondi.

Doveva essere il loro anno, ed invece…

Cosa è andato male: dopo due ottime annate tutti noi ci attendavamo il definitivo salto di qualità di Marcus Mariota, salto che è avvenuto sì, ma al contrario. Dopo un 2016 da 26 touchdown e 9 intercetti, il numero 8 dei Titans è stato capace di lanciare solamente la metà dei touchdown e quasi il doppio degli intercetti, concludendo a 13 TD a fronte di 15 intercetti: non certamente il più incoraggiante dei segnali. Il deprimente 35.1% di terzi down convertiti è sintomatico delle difficoltà incontrate dall’attacco dei Titans in questa stagione, e francamente dopo aver passato l’offseason a rimpolpare l’arsenale offensivo una regressione del genere non era certamente preventivabile. La secondaria è fra le più generose della lega, poiché solo sette squadre concedono più yards aeree a partita delle loro 239.

Valutazione: 6? Metto il punto di domanda perché non saprei come giudicare la stagione di questo team, coincisa sì con il ritorno ai playoff, ma forse più per demeriti della AFC che per merito loro -giocare in una division del genere aiuta e non poco-.