Quarterbacks fantastici e dove trovarli

Qualcuno ha detto quarterbacks? Mattia Righetti di PlayitUSA ci da delle dritte su dove trovare i migliori professionisti! Buona lettura 🙂

Parafrasare titoli di film per dare vita ad un articolo è un qualcosa di cui vado veramente poco fiero, ma come dicono gli amici ma non troppo amichevoli americani, desperate times call for desperate measures: penso che parlare di quarterbacks nel 2018 possa facilmente ricadere nella categoria “desperate times” e se pensate sia esagerato -ne avete tutte le ragioni-, ci vediamo alla fine di questo percorso da millecinquecento/milleseicento parole.

Mesi fa, scosso dal rinnovo di Stafford, parlai di quanto l’essere definito franchise quarterback possa assicurare contratti che superino abbondantemente quota cento milioni, esprimendo dubbi e sconforto per la facilità con cui i front office sgancino tali cifre: Stafford dal canto suo sessanta partite le ha vinte e nonostante le zero vittorie ai playoff si può -quasi- tranquillamente affermare che spesso si sia trovato a combattere le sue battaglie da solo, senza poter contare sul supporto di una difesa adeguata o di un running game in grado di togliere un minimo di pressione dalle sue spalle.
Circa due settimane fa il bel faccino di Jimmy Garoppolo si è preso con prepotenza tutte le prime pagine dopo aver firmato un qualcosa da 137.5 milioni di dollari in cinque anni: non voglio gettare benzina sul fuoco dei ciechi “assolutamente immeritato, troppi soldi”, ma è necessario fare un attimo mente locale. Sette partite da titolare. Sette vittorie. Centotrentasettepuntocinque milioni di dollari. Perché tutto ciò?

La faccia di Manning quando ripensa alla sua prestazione nel cinquantesimo Super Bowl.

L’ultimo team ad avere vinto il Lombardi “senza quarterback” sono i Broncos, che con una difesa implacabile e rifornita in tutti i ruoli riuscì ad annullare Cam Newton ed i Carolina Panthers: in quel momento molta gente si convinse che per arrivare fino in fondo avere il cosiddetto franchise quarterback non fosse assolutamente necessario… sbagliando, in quanto da allora a giocarsi il biggest game of them all abbiamo trovato Tom Brady, Ryan e Wentz/Foles, tutti e tre sicuramente definibili franchise quarterback.
Lo smantellamento dei ‘Niners degli ultimi anni sembrava destinato a non finire mai, o almeno così tutti pensavano, salvo che a fine ottobre, con molto buonsenso, hanno tradato per Jimmy Garoppolo: la loro idea -a posteriori giusta- era quella di non farlo scendere in campo fino al termine della stagione, intanto non avrebbero avuto nulla per cui giocare se non l’onore.
Dal momento in cui la trade è stata ufficializzata era chiaro che San Francisco avrebbe accontentato Garoppolo pagandolo in offseason, non farlo giocare era quindi una mossa per tutelarsi, evitare infortuni e tentare di risparmiare qualche milione di dollari: giocando bene il valore di Garoppolo sarebbe lievitato ulteriormente, sfondando sicuramente la soglia dei 23-24 milioni all’anno.
Cinque partite e cinque vittorie dopo, San Francisco si è trovata nella posizione di dover strapagare il proprio nuovo signal caller, rendendolo così il giocatore più pagato della storia: ecco, immagino che difficilmente avrebbe rifiutato un 110 milioni in cinque anni, però… ecco perché sto scrivendo tutto ciò, per tentare di capire come mai ogni volta che un buon quarterback si trovi in scadenza sia in grado di riscrivere la storia della NFL strappando il contratto più remunerativo di sempre… un “sempre” che spesso dura solo qualche mese!

Non voglio spiegarvi l’importanza in campo e fuori di un franchise quarterback, già la sapete, ma provare a spiegare cosa succederà in una free agency in cui probabilmente vedremo un paio di questi giocatori ricevere il contratto della vita.

Fra i candidati troviamo una leggenda, Drew Brees, il giocatore meno apprezzato dell’ultimo lustro, Kirk Cousins, il journeyman protagonista della stagione della vita, Case Keenum, l’oggetto misterioso A.J. McCarron ed anche se non si tratta di un free agent vero e proprio, il nuovo idolo delle folle, Nick Foles.
Mi sentirei di tagliare immediatamente fuori Brees, in quanto sì, riceverà un discreto quantitativo di pecunia ma probabilmente il suo contratto sarà team-friendly in modo da permettere ai Saints di rimanere competitivi ed avvicinarsi ulteriormente al Super Bowl: il report che ha detto che i Browns sarebbero disposti a pagarlo CINQUANTA milioni per una sola stagione è francamente assurdo, non perché i Browns non possano fare una mossa del genere, ma perché pensare che un sicuro Hall of Famer vada a giocarsi gli ultimi snap della vita nella depressione dei Marroni è ridicolo.

Proviamo ad andare avanti per un po’ con la logica: parliamo di Cousins.

Cousins che tenta di farsi spiegare da Stafford come firmare un contratto senza meritarlo pienamente.

La sua percentuale di vittorie è vicina al 46%, solo del due percento minore rispetto a quella di Matthew Stafford: meriterebbe dunque di firmare per uno dei contratti più remunerativi della storia del gioco? Se di NFL non ne sapessi niente direi assolutamente no, ma visto l’andamento delle cose ed i precedenti stabiliti… sì, potrebbe meritarli.
La percentuale di touchdown lanciati da Cousins è leggermente maggiore rispetto a quella di Stafford -4.7% a 4.5%-, mentre per quanto riguarda gli intercetti ad avere la meglio è il quarterback di Detroit, il cui 2.4% è lievemente più basso del 2.6% del quarterback di Wash… ops, di chi non lo so.
Occorre tenere presente che Stafford ha potuto anche contare su un certo Calvin Johnson, mentre il supporting cast del buon Kirk… ecco, momento statistica iper-cool: con il procedere della stagione, il passer rating di Cousins è passato dal 107.6 di settembre, al 103.3 di ottobre, per poi andare sotto la tripla cifra a novembre, 96.2, fino a precipitare a 77.7 nel mese di dicembre, quando fra i possibili ricevitori/offensive linemen di Washington probabilmente avreste potuto trovare pure Mattia Righetti. Gli infortuni fanno parte del gioco, verissimo, ma quando il trentaquattrenne Vernon Davis diventa il faro del passing game… probabilmente qualcosa non è andato per il meglio!
Ma allora da dove nascono tutti questi problemi a garantirgli un contratto in linea con lo standard stabilito negli ultimi anni? Non saprei trovare una risposta esaustiva, perciò qua vi lascio col dubbio.
È Cousins un franchise quarterback? Per il significato che ha assunto questa etichetta, probabilmente sì.

Il discorso cambia drasticamente se spostiamo il fuoco dell’attenzione su Case Keenum.

Keenum che pensa a come eliminare dal suo curriculum la fugace avventura ai Rams.

Il suo record a differenza di quello dei ragazzoni citati in precedenza è vincente, anche se il suo 21-10 è pesantemente inflazionato dalle undici vittorie collezionate nella stagione appena terminata, dove tra l’altro è pure riuscito a cogliere una vittoria in postseason, cosa di cui i ben più affermati Stafford e Cousins non possono ancora vantarsi: buon per te Case.
In questo caso però gli acquirenti saranno molto più cauti, in quanto il suo 2017 potrebbe essere conseguenza dell’ottimo sistema instaurato da coach Zimmer, di un puro e semplice miracolo -gli americani, che hanno un termine per qualsiasi cosa, lo chiamerebbero one year wonder– o magari ha espresso in un contesto ideale il suo vero potenziale: la verità pure in questo caso sta nel mezzo, anche se sicuramente pure Aaron Rodgers avrebbe faticato nei Rams di Fisher in cui il ricevitore numero uno era Tavon Austin.
È un franchise quarterback Case Keenum? No, non scherziamo, non basta un anno su buoni livelli per guadagnarsi tale titolo, ma probabilmente qualche franchigia abboccherà al suo fantastico 2017 ricoprendolo d’oro: non dimentichiamoci che siamo nella lega in cui Brock Osweiler ha una volta firmato per un contratto da 17 milioni a stagione!

Il feticismo nei confronti di A.J. McCarron fatico a comprenderlo, stiamo pur sempre parlando di un quarterback che in carriera ha lanciato solamente 133 passaggi, e nonostante abbia trovato un discreto successo in questo campione limitato di lanci è ben lontano dall’essere visto come il giocatore che possa svoltare il destino di una franchigia: attenzione però che nel ginepraio che è diventa la free agency un quarterback come lui è tranquillamente in grado di portare a casa ben più di 10 milioni a stagione, firmando magari con qualche squadra disperata la cui storia nel ventunesimo secolo altro non è che un deprimente susseguirsi di stagioni di rifondazione… penso abbiate capito di chi stia parlando.
È A.J. McCarron un franchise quarterback? Se per franchise intendiamo “persona che ha sposato un’altra persona sensibilmente più bella di lui” sì, è un franchise quarterback, dato che “quarterback” è effettivamente la sua occupazione.
Stiamo seri… in una NFL con maggiore buonsenso McCarron non sarebbe altro che un quarterback a cui dare un’opportunità tramite il classico one year prove it deal ed in caso di successo ricompensare con un contratto rispettabili, non sicuramente da ventieppassa milioni di dollari!

Foto random di Nick Foles: preparatevi, nei prossimi mesi ne vedrete giusto qualcuna.

In tutto ciò troviamo pure il buon Nick Foles, il working class hero di cui tutti noi sentivamo il bisogno, lo Shane Falco arrivato fino in fondo, colui che insieme ai suoi Eagles ha battuto i Tom Brady, i Patriots e pure il presidente degli Sta… calma, forse mi sto allargando un po’ troppo.
Fino a prova contraria Foles ha vinto un Super Bowl trascinando una squadra di underdog al successo finale, è riuscito a fare la storia degli Eagles: ovviamente ora le franchigie interessate ai suoi servizi non mancano, ma ciò che voglio chiedervi prima di cercare di mettere insieme una risposta è molto semplice, quanti soldi dovrebbero dare a Foles?
Lui un titolo a differenza di Garoppolo, Stafford, Keenum, Cousins e McCarron lo ha, e no, non lo ha vinto a la “Peyton Manning 2015”, lo ha vinto aggiudicandosi il premio di Super Bowl MVP. Trovare una risposta sensata a tutto ciò potrebbe richiedere notti, giorni, mesi, anni no perché sono stufo di usare iperboli, ma usando un po’ di logica sorgerebbe spontaneo chiedersi “perché mai dovrebbe prendere meno dei quarterback nominati in precedenza?”: pure qua non saprei rispondervi.

La vera domanda che dovremmo farci è diversa, in quanto ha veramente senso cercare ossessivamente una logica in un qualcosa di rotto come il meccanismo che regola la free agency? Non credo, in quanto possiamo sciorinare argomentazioni sempre più convincenti, ma alla fine se i Jets di turno decidono di ricoprire d’oro Cousins per illudersi di raggiungere i Patriots, cosa possiamo farci?
Niente, se non attendere risposte dal campo… o meglio, dagli uffici dei vari team!