Parlando di snowboard (e noi ne sappiamo giusto qualcosa), uno degli elementi cruciali del tuo equipaggiamento è sicuramente lo scarpone. Molti sottovalutano il ruolo di questo elemento, ma la scelta del giusto scarpone riveste un ruolo assolutamente fondamentale, da cui dipendono sia il tuo riding che la tua esperienza in montagna.
Nello snowboard, come nello sport in generale, la calzatura è un elemento centrale. Se è possibile riuscire a sopportare il freddo (o il caldo) dovuto ad una giacca sbagliata o di bassa qualità, è davvero difficile riuscire a godersi una giornata in montagna se lo scarpone non è all’altezza del suo compito.
I nostri piedi, sebbene capaci di sopportare enormi stress, sono molto più delicati di quello che pensiamo. Basta poco per generare problematiche o infortuni che possono diventare molto fastidiose e lunghe da risolvere, e che possono compromettere anche tutta la tua stagione.
La scienza ci dice che dall’appoggio del piede dipendono numerose altre parti del corpo: così come una scarpa da trekking sbagliata rischia di rovinarci ginocchia e schiena, lo scarpone corretto ci aiuta e performare meglio ma soprattutto più a lungo sulla neve, evitando l’insorgere di infortuni e influenzando la nostra abilità con la tavola.
Tu affideresti una parte così delicata ad uno scarpone di bassa qualità?
Ogni scarpone presenta particolarità che ne determinano le caratteristiche in termini di performance e qualità. Qui di seguito le più importanti:
Nei prossimi paragrafi useremo gli scarponi della linea DC Snowboarding 2023/2024 per spiegare tutte queste differenze.
La prima cosa a cui bisogna prestare attenzione nella scelta del boot è il suo posizionamento all’interno della gamma. Quando si acquista uno scarpone, bisogna inquadrare bene l’uso che se ne vuole fare e il proprio livello di riding.
Gli scarponi di bassa gamma, o entry-level, hanno il vantaggio di costare meno. Dall’altro lato, un basso prezzo nasconde sempre sacrifici in termini di soluzioni tecnologiche e di qualità. Questi scarponi sono indicati per chi si sta avvicinando a questo sport, e non è ancora sicuro di voler investire somme importanti.
Gli scarponi di alta gamma invece costano di più, e quindi inglobano tecnologie migliori. Se uno scarpone entry-level è indicato per un rider alle prime armi, uno snowboarder di alto livello o che sa di passare sulle piste almeno una quindicina di giorni all’anno dovrebbe puntare ad un boot dalle alte prestazioni e dall’alto livello di comfort. Inoltre, la qualità maggiore fa sì che durino più a lungo.
Attenzione: non stiamo dicendo che gli scarponi entry-level non valgono niente, ma solo che c’è un motivo se alcuni boots costano 200 e altri 400 (e altri 80!). Anzi, se prendiamo i brand specializzati nella neve, avremo anche nello scarpone meno caro un livello sufficientemente alto per garantirti delle snowboardate incredibili.
Non possiamo garantire invece la qualità degli scarponi di marchi non specializzati. Esiste un prezzo minimo al di sotto del quale è davvero difficile garantire la corretta progettazione del boot e materiali di qualità. Il nostro suggerimento è di investire prima (e di più) in una buona calzatura, e solo dopo nella giacca e nei pantaloni.
Per spiegarci meglio, possiamo prendere uno degli scarponi più belli e performanti della collezione DC Snow, il Phantom. Questo modello, nato originariamente nel 2001 e poi re-introdotto nel 2022, è un piccolo capolavoro di ingegneria.
Oltre al design pazzesco, offre l’allacciatura BOA® Fit System con doppia rotella, imbracatura interna per la caviglia e lacci Silver SS. L’isolamento in PrimaLoft è il più caldo sul mercato, ma il piede non rischia mai di surriscaldarsi grazie al sistema di aerazione avanzato Aerotech.
La soletta è in IMPACT-ALG™, materiale di recupero ed ecosostenibile ottenuto dalle alghe che assorbe gli urti e le vibrazioni. La scarpetta interna è la Response Liner III, la migliore della categoria. Completa questo boot la suola Vibram e il disegno specifico ottimizzato per la spinta sulla neve, con o senza tavola ai piedi.
Davvero molto rigido (flex 10/10) e ultra-responsivo, è un boot per chi vuole il meglio sia come stile che come prestazioni. È disponibile a 430 euro.
Per comprendere la differenza con uno scarpone entry-level, sebbene di ottima fattura, in basso trovi il confronto con lo scarpone meno caro di DC, il Phase.
La rigidità dello scarpone è importante per due motivi: la comodità e la performance.
Gi scarponi morbidi sono più comodi. Flettono di più, si adattano meglio al movimento della caviglia, assorbono meglio le torsioni e gli urti. In generale, sono più permissivi in termini di errori e aggiustamenti. Donano però meno supporto e trasmettono alle articolazioni tutte le torsioni.
Gli scarponi rigidi sono più performanti. Rispondono immediatamente a ogni minima pressione, permettono curve più veloci e cambi di direzione più energici. Dall’altra parte, bloccano il piede all’interno di una struttura rigida e punti di pressione.
A causa di queste caratteristiche, si tende a dare scarponi morbidi ai rider meno esperti, per abituarli alla calzatura da snowboard. I modelli di alta gamma, pensati per i rider più esperti, sono più rigidi.
Dalla rigidità dello scarpone dipende l’utilizzo in montagna:
A prescindere dall’utilizzo, una cosa è importante: lo scarpone non deve mai fare male.
Ormai tutti i boots sono termoformanti e si adattano alla forma specifica di ogni piede al primo utilizzo. Al netto delle prime ore, è impensabile riuscire a snowboardare un giorno interno in uno scarpone che fa male, o della taglia sbagliata.
Ecco perché è fondamentale provare gli scarponi ai propri piedi e trovare quello che calza perfettamente prima di effettuare l’acquisto. Il tuo snowshop di fiducia saprà consigliarti al meglio.
Il tipo di allacciatura è un tema che divide da sempre gli snowboarders.
Sono due i tipi di chiusura più diffusi: quello tradizionale (con i lacci) e quello con il BOA® (singolo o doppio); negli anni sono emersi altri tipi di allacciatura, come quella ibrida e quella “veloce”.
Il grande classico, diffuso fin dalle origini. Molti rider professionisti non hanno mai abbandonato questo tipo di scarpone. I suoi vantaggi sono i seguenti:
Questo tipo di allacciatura però ha anche i suoi svantaggi:
Un esempio di scarpone con lacci tradizionali è il DC Phase. Come già detto sopra, questo è lo scarpone entry-level della linea DC, molto morbido e caratterizzato dalle estetiche derivate della scarpe da skate. Questo è un ottimo scarpone per un rider alle prime armi, che non è ancora sicuro di voler investire cifre importanti in questo sport. Il basso livello di rigidità lo rende molto confortevole, e adatto a chi deve abituarsi a tenerlo ai piedi tutto il giorno. Performa meglio in park che in freeride. Esce a 200 euro al pubblico.
Se non sono lacci è BOA®. C’è chi non si fida ancora del tutto di questo sistema di chiusura, ma la verità è che BOA® è diffusa in qualsiasi sport e settore: dallo sci alla bici, dall’alpinismo al trail running; le rotelle proprietarie di BOA® si trovano ovunque e sono una garanzia di sicurezza e performance.
I vantaggi sono i seguenti:
Dall’altra parte, alcuni snowboarders segnalano le seguenti problematiche:
Un buon confronto tra scarponi con BOA® singolo e doppio sono i DC Phase BOA® e i Phase BOA® Pro.
Il primo è uno dei modelli più venduti della linea DC. Si caratterizza per una sola rotella BOA® che regola tutta l’allacciatura. La scarpetta interna è la Response Liner I, mentre la soletta è in Impact-ALG™ con airbag in poliuretano per assorbire gli urti.
A differenza del fratello minore, il Pro è più rigido (rigidità media), ha la scarpetta Response Liner III, il sistema di aerazione avanzato Aerotech e un ottimo isolamento termico offerto dal PrimaLoft®. Ovviamente, presenta una seconda rotella BOA® che regola la chiusura a livello del piede e della caviglia, come si vede nell’immagine del Superlock Heel Harness sopra.
Come mostra l’immagine, la seconda rotella regola la stretta sulla caviglia, bloccandola completamente. In questo modo, il riding risulta molto più responsivo e preciso. Il fit personalizzato a zone migliora la comodità.
Quale dei due scarponi è migliore? Indubbiamente, il Pro è uno scarpone più performante, ma anche più caro: 340 euro contro 240. I cento euro in più sono giustificati da una miglior suola, una miglior scarpetta, un miglior isolamento termico e la seconda rotella BOA®. Se il Phase BOA® può essere considerato un modello di livello medio, il Pro è sicuramente uno scarpone definitivo, in grado di accompagnarti per anni nelle tue avventure.
Esistono sul mercato scarponi che mettono insieme i pregi di entrambi i tipi di allacciatura, e che vengono definiti “ibridi”. Presentano i lacci per regolare la stretta generale e una rotella BOA® per controllare la caviglia.
DC è uno dei marchi che offrono questo tipo di calzatura. La sua proposta nel mondo dell’ibrido è il Premier Hybrid, modello dedicato e opportunamente progettato per questo tipo di allacciatura. La suola è in leggero Contact Unilite™, mentre la scarpetta interna è la RL II. Per via della sua costruzione, è uno scarpone abbastanza rigido, indicato in particolare per l’all-mountain/freeride. Esce a 320 euro al pubblico.
Esistono altri tipi di allacciatura chiamati “veloci”, che si trovano soprattutto in modelli di bassa gamma venduti da note catene di distribuzione di articoli sportivi. Non esistono particolari vantaggi di questo tipo di chiusura e noi non ci sentiamo di consigliarli.
Uno scarpone da snowboard si compone di due parti principali: l’esterno, resistente e impermeabile, e la scarpetta interna, morbida e calda.
Esistono diversi tipi di scarpetta, e DC ne usa tre diverse. Sono chiamate Response Liner.
Molti pensano che il problema principale che deve risolvere uno scarpone da snowboard sia quello di mantenere i piedi caldi e asciutti per tutto il giorno. Questo è sicuramente importante, ma in realtà non è una cosa così difficile da ottenere.
Il problema è coniugare queste due caratteristiche con una corretta aerazione. Se manca ventilazione, infatti, il piede si surriscalda e suda, creando una spiacevole sensazione di umido all’interno della scarpetta. Oltre all’odore che ne deriva, il sudore tende a raffreddarsi e a gelare intorno al piede, compromettendo la giornata sulla neve.
Ecco perché i modelli di scarponi da snowboard più performanti sono dotati non solo di un ottimo isolamento termico, ma anche di un sistema di aerazione avanzato.
Come in tutto il mondo dell’outdoor, la suola riveste un ruolo molto importante. Il disegno dei tasselli deve essere ottimizzato per la camminata sulla neve battuta e per la spinta con un solo piede.
Sotto alcuni esempi di suola negli scarponi DC.
L’ultimo punto di questa guida riguarda la compatibilità con gli attacchi rapidi. Si stanno sempre più diffondendo (anche tra i professionisti) tipologie di attacchi cercano di risolvere l’unica parte noiosa dello snowboard: l’apertura e la chiusura delle strap per prendere gli impianti.
Esistono vari tipi di attacchi rapidi, tra cui i più famosi sono sicuramente i Supermatic della Niedecker, i Clew e i Flow. Questi attacchi sono tutti accomunati da un attacco dall’aspetto tradizionale, in cui è montato un sistema che prevede l’ingresso posteriore del piede, e il successivo bloccaggio dell’attacco in posizione. Il vantaggio di questo attacco è la compatibilità con qualsiasi tipo di scarpone.
Burton invece ha realizzato il sistema che non prevede l’utilizzo delle strap: lo scarpone è dotato di una serie di ganci che si fissano automaticamente all’attacco. Questo sistema si chiama Step On® e DC ha deciso di adottarlo per alcuni dei suoi modelli, in particolare il Control e il Judge.
Il Judge e il Control sono i due grandi best-sellers della linea DC. Entrambi sono dotati di chiusura BOA® Dual Fit System, ma presentano alcune differenze, che rendono l’uno e l’altro preferibile sulla base al tuo stile di riding. Entrambi sono di tipo all-mountain e sono disponibili nella versione Step On®.
Il Judge è più rigido (6/10) e più responsivo. Monta una scarpetta RL III con imbottitura PrimaLoft e ventilazione Aerotech, e una suola in Vibram®. È più indicato per il freeride e costa 370 euro.
Il Control è più morbido (4/10), monta la scarpetta RL II e ha la suola in leggero Unilite. La costruzione articolata lo rende anche più flessibile nei movimenti di piegamento e nella camminata. È più indicato per il park ed esce a 340 euro.
Scegliere il boot da snowboard giusto è un processo articolato che coinvolge la considerazione di vari fattori, dal tuo stile di guida alla misura, flessibilità e funzionalità aggiuntive. Investendo tempo per comprendere questi elementi e provare diverse opzioni, non solo migliorerai il tuo comfort sulle piste, ma eleverai la tua esperienza complessiva di snowboard. Ricorda, lo scarpone da snowboard perfetto è quello che si allinea alle tue preferenze, offrendo il supporto e la funzionalità necessari per conquistare la montagna con fiducia e stile. Keep pushing!