NFL Week 1: una domenica speciale

Il lunedì, per un appassionato NFL, è solitamente il giorno delle riflessioni: dopo almeno 5 ore passate davanti alla tivù o al computer, dopo aver refreshato la pagina dei risultati del fantasy football almeno una volta ogni due o tre minuti, il lunedì è il giorno in cui ci si ferma a pensare a quanto è successo la domenica, e questo lunedì è particolarmente fecondo.

Articolo a cura di Mattia Righetti PlayitUSA

Mi basta fornirvi un solo dato: quattro partite sono state decise da un singolo punto. Dopo troppi mesi di astinenza, la prima NFL Sunday dell’anno è riuscita a coinvolgerci a tal punto, non fosse per l’umidità e le zanzare, da farci sentire in pieno dicembre, quando le partite si rivelano particolarmente chiuse e ancor più combattute del solito.

Vediamo insieme cosa ha reso speciale Week 1.

Mi sento obbligato a partire con il successo di New England. Quanti di voi, me compreso, una volta resa pubblica la notizia dell’indisponibilità di Gronk per il Sunday Night Football, avrebbero potuto pensare ad una vittoria Patriots? Credo nessuno.

Vincere a casa di Arizona senza Brady, senza Gronkowski e con Jimmy G come QB titolare, svela una verità estremamente scomoda, ovvero che non importano le assenze quando si parla dei Pats, saranno sempre loro i principali candidati per rappresentare la AFC al Super Bowl.

Tifosi dei Patriots, potete dormire sonni tranquilli: finché ci saranno Belichick e le sue felpe sulla vostra panchina, sarete sempre i favoriti. Questo 23-21 Patriots, suona come avvertimento (come se ce ne fosse stato bisogno) all’intera NFL: più i Patriots si arrabbiano, più pericolosi diventano.

Il successo di Seattle contro i Dolphins non è di sicuro arrivato nel modo più esaltante, infatti il risultato finale parla di un 12-10 figlio di una partita non certamente spettacolare, dalla quale però escono peggio i Seahawks: Russell Wilson è in forte dubbio per la prossima partita per una brutta distorsione alla caviglia.

Considerando che gli avversari saranno i Los Angeles Rams, squadra che negli ultimi anni ha sempre messo in difficoltà, vincendo più volte, Seattle, si prospetta una settimana impegnativa per coach Carroll.

Miami invece esce da questa partita con la consapevolezza di essersela giocata fino all’ultimo minuto contro una delle favorite per il Lombardi e con un rimpianto: un clamoroso drop di Kenny Stills nel secondo quarto è costato ai Dolphins un sicuro touchdown, che avrebbe cambiato completamente volto alla partita.

Jameis Winston, guidando i Bucs ad un 31-24 in trasferta contro i Falcons, ha dato ragione alle varie voci che in estate lo proclamavano il prossimo grande QB della National Football League: lanciando quattro touchdown, di cui due (uno a Seferian Jenkins, uno ad Evans) su meravigliose deep ball, Winston ha dimostrato fin da subito che Tampa Bay è una pericolosa sleeper per i playoff.

Jacksonville e Oakland, probabilmente le due squadre più chiacchierate in offseason, hanno avuto risultati diversi, ma hanno confermato che è veramente finito il periodo in cui questi due team erano visti come squadra materasso.

La rimonta dei Raiders sui Saints, chiusasi 35-34 con una coraggiosa conversione da due punti di Crabtree, ha confermato la pericolosità dell’attacco di Oakland e se la difesa, composta da molti volti nuovi, riuscirà ad ingranare con l’avanzare delle partite, i Raiders possono dire la loro in ogni partita.

Jacksonville ha invece perso contro Green Bay, ma il 27-23 finale è giunto grazie ad una mancata conversione su 4&1 nella redzone di Green Bay: perdere contro i Packers ci può stare per una squadra così giovane, dopotutto quando si gioca contro un Rodgers a lunghi tratti imprendibile, guardare il TD di Adams per credere, vincere è quasi impossibile.

Oltre ad Oakland, a vincere in rimonta ci hanno pensato pure i Chiefs che, sotto 21-3 all’intervallo, hanno saputo limitare San Diego a soli 6 punti nella seconda metà di partita e trascinati da Smith e Ware sono prima riusciti a portare la partita ai tempi supplementari, per poi vincerla immediatamente con una corsa di Smith.

La domanda a questo punto è lecita: ha veramente bisogno di Charles questa squadra?

Il 33-27 finale sa di beffa per i Chargers, che oltre alla sconfitta si troveranno probabilmente senza il fortissimo Keenan Allen, la cui stagione sembra essere già finita per una rottura del crociato, di nuovo. La sfortuna sembra avere una certa affinità con i Bolts, purtroppo.

Sempre per quanto riguarda la battaglia per la postseason in AFC, vanno segnalate le vittorie di Baltimore e Cincinnati, rispettivamente contro Buffallo e New York Jets.

Il 13-7, risultato non certamente spettacolare come quello di altre partite, è figlio di una partita decisamente old school dei Ravens, che grazie ad una pressione costante del front seven che ha limitato notevolmente l’ex Taylor, autore di una partita sottotono (solo 111 yards lanciate), e ad un touchdown di 66 yards del nuovo arrivato Mike Wallace, possono prepararsi alla partita contro Cleveland con serenità.

Cincinnati, invece, ha dovuto faticare moltissimo a battere i Jets: il 23-22 finale è figlio di un calcio da 47 yards a meno di un minuto dalla fine di Nugent in una partita che ha visto la linea offensiva dei Bengals essere dominata dal front seven dei Jets che con 7 sacks totali hanno fatto passare un lungo pomeriggio a Dalton.

Imbarazzante invece il dominio di A.J. Green, che ha concluso la partita con 180 yards e un TD, e la consapevolezza di aver fatto ciò di cui pochi ricevitori possono vantarsi, ovvero umiliare Darrelle Revis.

La NFC North, data da molti a Green Bay dopo l’infortunio di Bridgewater, si è dimostrata invece come division estremamente interessante: Lions e Vikings vincendo contro Colts e Titans hanno costretto i Bears ad essere l’unica squadra della division a vedere uno zero sotto la voce vittorie.

I successi di Minnesota e Detroit sono arrivati in modo diametralmente opposto: ai Vikings , 25-16, è bastata la solita difesa, autrice di ben due touchdown, a sopperire all’opaca prestazione di Peterson (solamente 31 yards su 19 corse), mentre i Lions, 39-35, alla prima partita della nuova era senza Johnson, sono stati trascinati da un’incredibile Stafford, autore di 3 touchdown e dimostratosi estremamente preciso (quasi 80% di completi), rendendo inutili i 4 touchdown lanciati da un altrettanto brillante Luck.

I Bears invece sono stati battuti dai Texans per 23-14 nella partita di esordio di Osweiler: l’ex Broncos è stato autore di una prova solida, aiutato, oltre che dal solito Hopkins, pure dal rookie Fuller, che nella sua prima partita ufficiali nei professionisti, ha saputo ricevere 5 palloni per 107 yards e un TD mostrandosi capace di ricezioni estremamente spettacolari. Cutler e compagni dovranno riflettere molto in settimana, dopo non essere stati in grado di segnare un singolo punto nella seconda metà di gioco.

L’esordio del QB Wentz non poteva essere migliore: il 29-10 finale contro i Browns non deve esaltare i tifosi degli Eagles, in quanto i Cleveland.. sono i Cleveland, ma i 22 completi su 37 tentativi buoni per 278 yards e 2 TD, danno validi motivi alla dirigenza di Philadelphia di essere ottimisti per il futuro. La partita di Griffin invece non può essere di sicuro vista come segnale incoraggiante per Cleveland, però bisogna sempre ricordarsi che stiamo parlando di week 1. C’è tempo.

Eccoci dunque arrivati alla gara più attesa della giornata: Cowboys-Giants.

In una partita in cui a guidare Dallas trovavamo due rookie, il QB Dak Prescott e il runningback Ezekiel Elliott, a spuntarla per un singolo punto sono stati i Giants, che con il risultato finale di 20-19 sono riusciti a portare a casa una partita estremamente difficile: i Cowboys hanno dominato il cronometro per tutta la partita, tenendo perciò fuori ritmo l’attacco dei Giants, che guidato da un Eli Manning autore di 3 touchdown (ed un inguardabile intercetto), ha dimostrato un’invidiabile abbondanza di playmakers.

Oltre al touchdown del rookie Shepard, è da segnalare il touchdown del rientrante Victor Cruz, che dopo 700 giorni tondi dall’ultima volta che ha messo piede in campo, ha ricevuto il touchdown della vittoria.

Perdere contro i Giants è sempre tragico per un tifoso di Dallas, ma i segnali forniti da Prescott ed Elliott sono incoraggianti (anche se la prova dell’ex RB di Ohio State è apparsa un po’ scialba): Dallas può giocare nello stesso modo che nel 2014 li portò ad una ricezione (l’aveva presa o no?) dall’NFC Championship Games.

La stagione 2016 è iniziata nel modo più spettacolare possibile regalandomi tantissime cose di cui parlare qua e di cui parlerei volentieri con voi nei commenti; sperando in un Week 2 ancor più spettacolare di quello appena passato, per questa settimana è tutto, ma mettetevi comodi, che quest’anno avremo da divertirci.