Metropolitan Division: parte la caccia al tris dei Penguins

E’ la division dei campioni in carica da due anni, i Pittsburgh Penguins, ma anche il girone più combattuto della Nhl, con la fame di Ovechkin, la classe cristalina del Re Lundqvist, della prima e seconda scelta al draft 2017 Nico Hischier e Nolan Patrick e infine funambolismo di John Tortorella.

Articolo a cura di PlayitUSA

Washington Capitals

118 punti (eliminati dai Penguins al secondo turno)

Si cambia anche il nome del palazzetto pur di scacciare la maledizione, da Verizon Center a Capital One Arena per chi ha vinto negli ultimi due anni il President Trophy e per altrettanti anni si è vista cacciar via dalla postseason dai Pittsburgh Penguins di Crosby.

A differenza degli anni scorsi non si respira più l’aria trionfale che Ovechkin e soci ispiravano. Gli anni passano anche per lo Zar che ormai ha l’incubo dei Penguins. Oltretutto la mancanza di spazio salariale ha causato le cessioni di Shattenkirk (dannoso in postseason), Justin Williams e Karl Alzner, con gli addii anche di Schmidt e Johansson.

Il primo nome da blindare era quello di Evgeny Kuznetsov, parte fondamentale di un’ossatura che comprende Ovie, Backstrom e TJ Oshie.

La mancanza di profondità unità all’usura di alcuni giocatori del reparto arretrato, vedi Orpik ad esempio, può causare un sali-scendi in classifica, in un team che comunque non avrà problemi a qualificarsi tra le magnifiche 8 ad est.

Carlson, Orlov, Niskanen e il già citato Orpik guideranno la difesa, a protezione di Braden Holtby, il miglior portiere della scorsa stagione insieme a Bobrovsky.

Aspirazioni: finalista Stanley Cup

Pittsburgh Penguins

111 punti Campioni Nhl

Il difficile nei campioni in carica è confermarsi. Ebbene, i Penguins arrivano dal back to back (non senza polemiche con Nashville causa gol regolare annullato in gara 6) e puntano al tris di vittorie che in Nhl non si vede dai tempi dei NY Islanders.

Saranno pinguini diversi nell’aspetto, con le cessioni di Nick Bonino, Marc Andre Fleury, Trevor Daley, Ron Hainsey e Chris Kunitz e le acquisizioni di Hunwick, Niemi e Reaves.

Il segreto di Pittsburgh è però in panchina, con Mike Sullivan capace di dare un senso alle ultime due stagioni, altrettante coppe vinte nei suoi anni in Nhl e sopratutto aver trovato dalla squadra “Primavera” degli Wilkes Barre Scranton giocatori come Guentzel e Matt Murray, il primo goleador in linea con Crosby e il secondo portiere Re Mida che trasforma in Stanley Cup tutto ciò che tocca.

Da non dimenticare che oltre a Sidney Crosby, il numero uno della Nhl, i Penguins annoverano in rosa anche Evgeni Malkin, Phil Kessel e Kris Letang, quattro pedine che, se sane, compongono il meglio del campionato su più linee.

Le perdite di Bonino, passato ai rivali di coppa dei Predators e del veterano Kunitz sbarcato a Tampa si faranno sentire, mentre più indolore sul ghiaccio ma romanticamente dolorosa quella di Fleury, sbarcato a Las Vegas dopo i record di franchigia come portiere.

Reparto arretrato che con Letang in piena forma è di primissimo ordine, con Hunwick ad aggiungersi a Maatta, Schultz, Cole e Dumoulin in una squadra che manca però di un terzo centro di esperienza (e qui spetterà a Sullivan pescare il coniglio dal cilindro).

Aspirazioni: Three-peat

Columbus Blue Jackets

108 punti (eliminati dai Penguins al primo turno)

I Blue Jackets sono stati la squadra più sorprendente della passata stagione grazie al lavoro svolto di John Tortorella, che magari non sarà un mostro di simpatia ma sa come motivare i suoi, vincendo il premio di allenatore dell’anno, il Jack Adams Trophy.

John Tortorella mentre dà il meglio di sè con gli arbitri…

Un mutamento che a Columbus porta i nomi di Zach Werenski, difensore rookie subito alla ribalta in Nhl e Sergei Bobrovsky, 2 volte vincitore del Vezina, premio come miglior portiere.

Non devono essere un fuoco di paglia i Blue Jackets che devono recriminare solo la strana idea dei playoff dove le squadre della Metropolitan possono sfidarsi subito, con il tabellone che ha riservato a Columbus subito i Pittsburgh Penguins, nonostante fossero terza e seconda forza a est.

Columbus, che ha ceduto Saad e Gagner ma ha aggiunto Artemi Panarin, è reduce da 108 punti fatti nella divisione più difficile della lega e ora dovrà dimostrare di poter alzare ulteriormente l’asticella negli obiettivi, senza dimenticar la presenza in squadra di Seth Jones.

I Blue Jackets saranno la mina vagante ad est. Bobrovsky è passato da una regular season da mvp con 2.06 gol subiti a prenderne 3.88 contro i Penguins e questo spiega l’eliminazione (ingiusta per criteri di sfide tra Metropolitan) al primo turno.

Squadra giovane e frizzante, Atkinson, Wennberg e Werenski daranno tante soddisfazioni ai tifosi delle giacchette blu, con Panarin innestato per essere il terminale offensivo numero uno, se si pensa che nelle due stagioni Nhl con Patrick Kane di fianco sono arrivati 61 gol e 90 assist per l’ala destra di Korkino.

Ambizioni: finale Stanley Cup

NY Rangers

102 punti (eliminati dagli Ottawa Senators al secondo turno)

Si sta concludendo l’era stellare per Henrik Lundqvist. Il sosia di Buffon (e viceversa) compirà 36 anni al termine della stagione e i suoi numeri sono purtroppo crollati con gli anni. I Rangers del “vincere subito” hanno purtroppo fallito le ultime annate e stanno puntando ad un drastico rinnovamento.

I giocatori di classe li hanno, da McDonagh e Skjei, passando per il nuovo arrivato Shattenkirk a rinforzare la difesa, Buchnevich e Zibanejad. L’ossatura dei Blueshirt è comunque invecchiata e tutto dipenderà dal supereroe svedese che sta tra i pali.

Lundqvist arriva da una stagione con 2.74 gol subiti, la peggiore della sua carriera, con un ginocchio che fa scherzi ma con una classe cristallina che gli ha permesso di far vincere alla sua Svezia la Coppa del Mondo 2017 contro il Canada.

Firmare Kevin Shattenkirk è motivo di buone speranze per NY, seppur il difensore non ha fatto grandi cose a Washington, quando i Capitals sembravano super favoriti per la Stanley Cup.

Oltre che da Lundqvist molto girerà intorno al reparto offensivo che non è variato molto rispetto alla scorsa stagione. Nash non riesce a ritrovarsi chiudendo il 2016/17 con appena 38 punti in 67 partite, in una squadra che manca del giocatore dalla produzione offensiva d’oro, se si pensa che il migliore nella Grande Mela è stato Mats Zuccarello con 59 punti in 80 partite.

Nelle ultime sei stagioni i Rangers hanno avuto il ruolo di “belli ma incompiuti”, con tre finali di conference e la Stanley Cup sfiorata nel 2014 quando vennero sconfitti 4-1 dai Kings.

Non sarà l’anno dell’ora o mai più ma la sensazione di lasciar un lavoro incompiuto resta viva tra i tifosi Rangers di questi anni.

Ambizione: far sollevare la Stanley Cup al Re.

NY Islanders

94 punti (fuori dai playoff)

Franchigia combina guai, eliminata dalla corsa alle magnifiche otto a est solo per un punto, dopo l’intera regular season con i dubbi di John Tavares e di un nuovo impianto di ghiaccio mal digerito in quel di Brooklyn. L’aggiunta di Jordan Eberle dovrebbe dar più fiducia al capitano, almeno per far capire che esiste un progetto.

Solito dubbio in porta dove non esiste un numero uno, con Greiss e Halak che si alterneranno in gabbia, con i più audaci che sognano un campionato come la preseason dove gli Isles hanno vinto sei gare su sette.

Inconcepibile come gli Islanders siano passati, in appena un anno, dal far cento punti in stagione all’esser fuori dai playoff nella scorsa stagione.

Prima mossa scambiar Strome per Eberle degli Oilers, nella prima stagione “intera” per Dough Weight al timone della squadra dopo il licenziamento di Jack Capuano.

Il maggior problema per gli Isles è la competitività della Metropolitan division e l’obiettivo più ottimistico sarà entrare ai playoff come wild card.

Ambizione: battere i Rangers

Philadelphia Flyers

88 punti (fuori dai playoff)

Inizia l’era Nolan Patrick tra i Flyers. La squadra di Philadelphia aveva il 7,2% di avere una delle prime tre scelte al draft si è dovuta “accontentare” del secondo prospetto, che in tanti, prima dei suoi acciacchi, indicavano come numero uno assoluto.

Nolan Patrick #19, Brandon Wheat Kings

Philadelphia resta un buon cantiere, una squadra che racchiude l’estro di Giroux (in calo nell’ultima stagione con 14 gol e 58 punti in 82 partite), Voracek, Couturier e Simmonds, oltre alla stellina Shayne Gostisbehere.

Perde tanto con la cessione di Brayden Schenn ai Blues, con Jori Lehtera a sostituirlo in una franchigia che ha fallito i playoff in due delle ultime tre stagioni e ha dovuto mal digerire la doppietta dei Penguins con la Stanley Cup.

Cambia anche il portiere, ai saluti Steve Mason ora c’è Brian Elliott e in tanti tra i tifosi Flyers sperano di aver migliorato in porta dopo i brutti risultati della passata stagione.

Elliott è parso un portiere solido con St.Louis, peggiorando però in maglia Flames. Non solo portiere, i Flyers devono migliorare anche come produzione offensiva, con una media di 2.59 gol a partita che li ha relegati al ventesimo posto in Nhl.

Ambizione: ritornare ai playoff.

Carolina Hurricanes

87 punti (fuori dai playoff)

Gli Hurricanes da incubo della scorsa stagione hanno cambiato tanto, innestando Justin Williams, Scott Darling, Marcus Kruger e Trevor Van Riemsdyk.

Sopratutto il portiere Darling è la scommessa più grande di Carolina in una squadra che deve cambiare tanto in difesa e che già a metà stagione scorsa era a conoscenza che tra i pali con Ward e Lack non si poteva fare molta strada.

Così i piani di Ron Francis si sono spostati su Darling, riserva di Crawford a Chicago spostando poi l’obiettivo su Justin Williams con un contratto di due anni prelevandolo dai Capitals.

Williams è tra i giocatori ad aver sollevato la Stanley Cup con gli Hurricanes nel 2006 ed è convinto che Carolina possa sorprendere tanti scettici, sperando nella classe di Jeff Skinner e di Victor Rask, contando poi su Sebastian Aho ed Elias Lindholm

Ambizione: stupire.

New Jersey Devils

70 punti (fuori dai playoff)

Ultimi della Eastern Conference ma con il sorriso. I Devils hanno aggiunto al loro roster lo svizzero Nico Hischier, prima scelta del draft 2017, acquisendo poi Marcus Johansson dai Capitals pronto per andare a completare un reparto offensivo che annovera già Taylor Hall, Kyle Palmieri e Adam Henrique.

Nico Hischier #13, Halifax Mooseheads

Hischier, in coppia con Hall e Palmieri nella preseason, è l’occasione per sperare in qualcosa di positivo e la curiosità che c’è su lui è pari a quella che in passato hanno avuto Connor McDavid e Auston Matthews.

Il problema dei diavoli resta la difesa, col povero Cory Schneider (contratto di sette anni per lui firmato due stagioni fa) preso a sassate lo scorso anno da chiunque e che anche quest’anno vede un reparto con molti problemi e con pochissimo spazio salariale per migliorarlo.

Greene e Lovejoy son stati al di sotto delle attese e le altre due linee blu Moore, Severson, Butcher e Kapla non fanno sognare molti.

Così ai Devils resta da sognare l’aver trova il Messia in Hischer. Il resto si vedrà.

Ambizione: far meglio del peggio.

Pronostico Metropolitan Division

1 Pittsburgh Penguins

2 Washington Capitals

3 Columbus Blue Jackets

4 New York Rangers

5 Carolina Hurricanes

6 Philadelphia Flyers

7 New York Islanders

8 New Jersey Devils

Sorpresa Playoff

Columbus Blue Jackets