Il sogno di Ovechkin prosegue, mentre s’infrange la tripletta dei Penguins

Delirio, più che delirio, festa immensa per i Washington Capitals che dopo 20 anni di attesa riescono a eliminare i Pittsburgh Penguins, campioni in carica da due anni e sopratutto per Alex Ovechkin è la prima volta che ha la meglio su Sidney Crosby, costretto ad abdicare dopo qualcosa come 1.109 giorni in cui la sua squadra non perdeva una serie playoff.

Articolo a cura di PlayitUSA

Pittsburgh @ Washington gara 5 (2-2)

E la gara chiave della serie, vincere per passare in vantaggio e avere il primo match point. Il filo sottile tra Penguins e Capitals è al massimo della tensione, basta un niente per spostare l’equilibrio. Il primo squillo lo mette Pittsburgh quando Oleksiak trova da lunga distanza il corridoio perfetto tra palo e Holtby.

Sono passati appena 2 minuti e 23 di gioco quando i Penguins segnano il gol del vantaggio, con i Capitals che potrebbero subito ribaltare tutto con Stephenson che s’invola abbastanza agevolmente nella difesa ospite che sta a guardare, Murray si salva per un soffio.

Il primo tempo sta per scadere e l’hockey si fa bello e drammatico per la magia che ha. Ad un minuto e 38 dalla fine c’è un power play per Washington, Carlson prende la mira e pareggia, primo boato. Passano trenta secondi, pressione Caps e Connollysegna il 2-1, con un altro tiro che colpisce l’angolo sinistro della porta, ormai clamorosamente punto debole del goalie dei Penguins.

Pittsburgh fa vedere di essere campione in carica non per caso e nel secondo periodo sfrutta due power play concessi da Ovechkin e Smith-Pelly. Nel primo caso Kessel tira, Crosby ci mette il guantone e devia, 2-2, mentre nella seconda superiorità numerica ecco Hornqvist a chiudere in gol il batti e ribatti davanti al portiere locale.

Sembrerebbe tutto finito, invece semplicemente i Penguins chiudono la partita dopo quaranta minuti, dimenticandosi del restante periodo.

Washington sa di accelerare e ha la forza per farlo. In tre tocchi si passa da Niskanen a Vrana fino a Kuznetsov tutto solo davanti a Murray, disco depositato in gol per il 3-3 dopo appena 52 secondi dall’inizio della terza frazione di gara.

Da questo momento si spegne la luce nei Penguins. Ovechkin ha ancora la forza di correre e volare sul ghiaccio, discesa impetuosa e assist al centro per Vrana e nuovo sorpasso, quello decisivo del 4-3 quando mancano 4 minuti alla fine.

E’ la mazzata decisiva, Pittsburgh prova a togliere il portiere per avere un giocatore in più sul ghiaccio e invece rimedia due gol subiti, con Oshie ed Eller, nella festa dei Capitals che affrontano gara 6 col morale a mille.

Washington @ Pittsburgh gara 6 (3-2)

Spalle al muro Crosby e soci devono vincere se vogliono tenere la serie aperta. Ovechkin ha invece il primo match point a disposizione e questa volta il vento sembra spirare dalla propria parte nonostante l’assenza di Backstrom.

Il primo periodo è intenso ma i Penguins anziché la gara della vita sembrano ingolfati. Kessel potrebbe sbloccare subito tutto quando si ritrova, quasi per caso, davanti a Holtby, mancando però la conclusione finale.

Il primo spavento per i padroni di casa è un palo di Oshie, poi Holtby chiude qualsiasi varco e i Penguins iniziano a crollare con le certezze. Il secondo periodo si apre con il gol dei Caps dopo appena due minuti, discesa di Walker, passaggio per Chiasson e tiro non irresistibile che però vede Murray imperfetto, 1-0 e arena locale gelata.

Serve un giocatore esperto come Letang per far arrivare Pittsburgh al pareggio con un gran tiro dalla distanza, col nuovo assedio giallo oro che sbatte ancora su Holtby.

Entrambe le squadre mancano del colpo di grazia con Crosby e Vrana e si finisce inevitabilmente all’overtime.

La “morte istantanea” nei supplementari è atroce, sopratutto se può vale l’eliminazione dai playoff. Il destino è beffardo con i Penguins, il tiro di Kunhhackl vede il disco sbattere sul palocon brutti presagi, poi disco recuperato dai Caps, Kuznetsov s’invola tutto solo con la disperazione dei padroni di casa con i difensori lo inseguono inutilmente, puck depositato con estrema dolcezza sotto le gambe di Murray e gol capolavoro, non per la bellezza ma per l’importanza, Washington ha appena eliminato i due volte di fila campioni in carica di Pittsburgh! La Stanley Cup 2018 avrà un nuovo padrone!

Per Ovechkin prima finale della Eastern Conference dopo 13 anni di carriera, mai oltre il secondo turno playoff nonostante 54 gol e ora non vede l’ora di affrontare Tampa Bay in finale.

Crosby esce a testa bassa dopo 9 serie playoff vinte e due Stanley Cup sollevate al cielo. E’ la prima sconfitta per Mike Sullivan e per Matt Murray, apparso sotto tono contro i Capitals.

Pittsburgh chiude la postseason mettendo in luce Jake Guentzel con 21 punti in 12 partite, al pari di Sidney Crosby. Deludente l’apporto di Phil Kessel con appena 9 punti mentre non è sembrato al meglio Malkin che chiude i personali playoff con 9 punti in 8 partite.

Pillole della Eastern Conference

Saranno i Tampa Bay Lightning a contendere la finalissima ai Washington Capitals. i Bolts hanno chiuso la pratica Boston Bruins dopo appena 5 partite, arrivando alla quinta finale della franchigia. I Lightning raggiungono la terza finale di conference negli ultimi quattro anni e chi ha toccato questo traguardo ha sollevato per almeno una volta la Stanley Cup in 19 delle ultime 20 stagioni, con eccezione dei Rangers in finale nel 2012, 2014 e 2015.